Il primo istante in cui il mondo si accorse di loro.

Ci sono istanti che non sembrano grandi al momento, eppure aprono crepe nella storia. In quelle crepe si insinuano la voce nuova, l’energia grezza, il genio puro di chi esordisce. Non c’è nulla come il primo atto, il primo disco, il primo film, la prima volta su un palco. 

Pensando agli esordi, mi vengono in mente 10 episodi che non ho vissuto "in diretta" per questioni anagrafiche che poi però ho potuto apprezzare vedendole sullo schermo nero - che è una potentissima macchina del tempo.

1. Jimi Hendrix – Monterey Pop Festival, 18 giugno 1967
Buio. L'attacco.
Sono le prime note del primo concerto che Jimi fa nel "nuovo mondo".
La chitarra si incendia, stride, da tutto quello che può dare e poi viene bruciata, distrutta, con il fuoco con Jimi inginocchiato davanti a questo sacrificio sacrilego. Il pubblico ammutolì. Non era solo rock: era un rito, un atto sciamanico.
Quello è il vero debutto di quello che era "Are You Experienced" forse uno dei dischi più psichedelici della storia del Rock.
Non si può spiegare a parole...
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2. Carlo Verdone – "Un sacco bello" (1980)
Nell’Italia ancora in fermento dopo gli anni Settanta, un giovane regista-attore porta sullo schermo sei personaggi, tutti interpretati da lui, tutti fragili, ingenui, veri. Verdone porta la periferia, le mamme apprensive, i sogni naïf, i tic e le tenerezze. L’Italia ci si riconosce, e ride, e si commuove. Un piccolo miracolo comico e umano.



3. Orson Welles – "Citizen Kane" (1941)
Aveva 25 anni e nessuna esperienza sul set. Eppure fece il film che ancora oggi molti considerano il migliore della storia del cinema. Welles inventò un nuovo linguaggio: profondità di campo, flashback destrutturati, narrazione non lineare. “Citizen Kane” fu uno schiaffo al vecchio cinema e un inno al futuro. E tutto questo fu… solo il suo esordio.



5. "I 400 colpi" – François Truffaut (1959)
Primo film e già manifesto della Nouvelle Vague. La fuga del piccolo Antoine Doinel è anche la fuga del regista da ogni regola precostituita. Truffaut nasce libero.



6. "Eraserhead" – David Lynch (1977)
Un incubo in bianco e nero. Visionario, disturbante, ermetico. Questo film ha gettato le fondamenta dell’estetica lynchiana, che non ha mai davvero cercato di essere compresa.
Esordio del regista nel lungometraggio, Eraserhead - La mente che cancella ad oggi è considerato un capolavoro del cinema mondiale, nonché fonte d’ispirazione per altri registi: Stanley Kubrick dichiarò che Eraserhead era il suo film preferito e, durante le riprese di Shining, lo mostrò più volte al cast come esempio.



6. Massimo Troisi – "Ricomincio da tre" (1981)

Un film che è un abbraccio. Un ragazzo con gli occhi bassi e l’anima alta racconta di partenze e ritorni, di Napoli e Firenze, di parole leggere che dicono cose enormi. Troisi esordisce con una delicatezza disarmante, il suo umorismo malinconico è poesia quotidiana. Nessun artificio: solo sincerità. E da quel momento, il cinema italiano non fu più lo stesso.

7. "The Piper at the Gates of Dawn" – Pink Floyd (1967)
Syd Barrett guida la nave psichedelica con un disco che è pura immaginazione sonora. Ancora oggi, è la definizione del Pink Floyd primordiale.
Before they became one of the biggest bands on the planet with prog-leaning epics like 'The Dark Side of the Moon' and 'The Wall,' Pink Floyd were an unstructured, but no less ambitious, psych-rock group with songs about depressed scarecrows and wine-sipping gnomes. 'The Piper at the Gates of Dawn' was the only full album they made with original leader Syd Barrett before he was forced out due to increasingly erratic behavior. The 10-minute "Interstellar Overdrive" is a genre highlight, but the entire LP is a psych-rock milestone.



8. "Please Please Me" – The Beatles (1963)
Registrato in un solo giorno. Conteneva “Love Me Do”, “I Saw Her Standing There” e “Twist and Shout”. Era l’inizio di tutto: la Beatlemania nasce qui.


9. "Accattone" – Pier Paolo Pasolini (1961)
Esordio totale: Pasolini reinventa il cinema partendo dai margini. Volti veri, poesia e sacralità nella disperazione. Il profilo dell’intellettuale "eretico" si delinea subito.


10."Un'Avventura" – Lucio Battisti (1969)
Un'avventura è un brano musicale composto da Lucio Battisti con testo di Mogol. Inizia con questo brano, quella grande avventura fatta dal due che ha segnato la musica pop degli anni '70 e poi a seguire, per varie generazioni.
Ma in quel 1969 Battisti esordì come interprete, in coppia con Wilson Pickett, per quella che fu la sua prima e unica apparizione al Festival di Sanremo. La canzone - per la cronaca - si classificò al 9º posto.



Bonus. "?!" non è il primo disco di Michele Salvemini, ma è il primo LP di Caparezza dopo il cambio d’identità: da Mikimix (pop leggero) a Caparezza (rap ironico e impegnato).
Inizia un percorso musicale che è provocatorio, colto, impegnato e leggero, che lo colloca tra i grandi cantautori italiani.