La Scelta delle Armi

Dietro di me
li sento allineati
i miei antenati.
Non visibili, li sento
mentre spronano
l’anima ad agire,
a schivare
un effetto domino,
a spezzare la catena
di cadute secolari.
Li sento allineati
i miei antenati.
Sono dietro
e dentro me
nelle cellule e nel dolore
in una memoria
che sfugge alla memoria
e che solo il corpo
ricorda e trattiene.
Sia pace, nei secoli dei secoli.
(Isabella Lipperi)

Ero piccola, più bassa dei mobili del salotto, e mi piaceva aprire le ante e guardare, guadare tutto, io quell’odore di legno lo sento ancora come sento ancora il cigolio delle ante.

Dentro a quelle credenze c’era di tutto, c’era la ricchezza, perché sì eravamo una famiglia borghese e benestante. C’erano servizi di porcellana, bicchieri raffinati, tovaglie decorate, sopramobili eleganti e ancora svariate varietà di frutta secca (passione di mio padre e mia – eredità) e ancora bottiglie di svariati tipi di amari, digestivi, distillati.

(@martmosc)

In un mobile a parte c’era il giradischi, bellissimo e delicato quel giradischi, io e mio fratello avevamo sempre l’occhio vigile di mia mamma “mi raccomando, non toccate, la puntina è delicata!” e poi c’erano gli LP, i 33 e 45 giri, che meraviglia! Erano tantissimi, quelli di musica classica e lirica, il pop di quel periodo, anni 70, e degli anni precedenti, gli anni della loro giovinezza. Avevo una passione particolare per Gianni Morandi, ero una bambina “danzerina” e il Gianni nazionale mi faceva scatenare.

Poi c’erano loro, i dischi con contenuti impegnati, erano tanti, autori che leggevano testi di narrativa, poesie, classici ma nella mia memoria sono rimasti, tra tutti, i dischi di Milva che cantava pezzi sulla Resistenza e sui Partigiani, “Canti per la Libertà” (memoria – eredità).

Nella libreria, nei comodini dei miei, e in giro per la casa, c’erano tantissimi libri, di tutti i generi, e se ripenso ora a quelli che ricordo con particolare affetto mi vengono in mente i libri della collana Premio Strega, i libri della Fallacci e della Morante, il libro “Porci con le Ali” di Radice e Ravera ma soprattutto i libri sulle Guerre Mondiali e la Resistenza.

Antifascismo era l’aria che si respirava in casa, Resistenza era una parola e un concetto di cui si parlava, era un messaggio e un insegnamento che ci veniva dato in maniera diretta e indiretta, ricordo anche tanti film sul tema, ricordo di aver visto in tenera età film che non ho mai dimenticato, film crudeli ma educativi, “La notte di San Lorenzo”, “Kapò”, “Jovanka e le altre” solo per citarne alcuni dei meno famosi.

Da adolescente mia madre mi portava a teatro, ricordo delle meravigliose stagioni di prosa e di lirica, a volte mi annoiavo, magari non mi andava, però le vivevo e negli anni mi sono resa conto di quanto mi è rimasto di quei momenti.

In casa respiravo aria di cultura, storia, arte ma anche di leggerezza, mia madre mi diceva “ogni tanto fa bene staccare il cervello leggendo Gente o Oggi” e io questa filosofia di vita poi negli anni l’ho fatta mia, la “leggerezza” è indispensabile, e nei momenti bui ci ripenso spesso a quelle parole. La leggerezza di cui parlava mi madre mi ha fatto riflettere spesso, mi ha aiutato nella vita a confrontarmi con umiltà anche con persone che non avevano cultura, cercando di non avere quella pomposità che spesso vedo in certe persone che si si sentono pregne del loro sapere, spesso in maniera smisurata.

E poi c’erano i racconti, i miei ci raccontavano il passato, gli anni bui del dopo guerra, come viveva la gente, la povertà, l’adattamento, gli anni duri dell’alluvione (alluvione del 1951 in Polesine) e della conseguente emigrazione di migliaia di persone in cerca di un futuro nelle grandi città del Nord, ci raccontavano la storia e chi eravamo, chi erano i veneti e della miseria che c’era fino agli anni del boom economico. Memoria storica.

In casa si parlava di attualità, io ricordo benissimo alcuni fatti storici successi negli anni 70 e 80, seppur bambina o adolescente mi si sono impressi nella mente, non solo per il clamore mediatico ma soprattutto perché se ne parlava.

L’educazione era un chiodo fisso di mio padre, fissato su come si doveva stare a tavola, sul fatto che ci dovevamo rivolgere alle persone più grandi dando del Lei, amici di famiglia compresi, ma attento anche ad insegnarci ad essere onesti, corretti, leali, puntuali, di parola. Mio padre era maniacale, mia madre decisamente più moderata.

Non ricordo mai nessun atteggiamento o discorso razzista, omofobo, discriminatorio, classista.

Da bambini, io e mio fratello abbiamo avuto gli stessi identici input, per fare una metafora dico che siamo stati come due piccoli guerrieri addestrati ad affrontare la vita che ci aspettava e muniti delle migliori armi e armature.

Da quell’infanzia dorata sono passati decenni; gli anni, gli eventi e le responsabilità hanno dato un colpo di spugna a tutto, la serenità che vedevo con gli occhi di bambina è stata sostituita da sofferenza, dolore e difficoltà di ogni tipo. I meccanismi famigliari sono cambiati.

Adesso i due piccoli guerrieri sono grandi, decisamente grandi, e nel corso degli anni hanno scelto cosa tenere e cosa lasciare andare.

L’Eredità

Nel corso della mia vita ho spesso ripensato a quello che mi è stato insegnato, i sentimenti contrastanti che ho provato mi hanno fatto barcollare e la tentazione di andare contro a tutto quello che prima vedevo speciale l’ho avuta in diversi momenti, potrei dire spesso.

(@martmosc)

Se oggi sono quella che sono non è grazie o per colpa dei miei ma per le scelte che ho fatto, io e solo io ho deciso cosa farmene dei loro insegnamenti, delle loro passioni, del loro modo di essere e di vivere.

Ho scelto io quali armi tenere per difendermi e quali armature per proteggermi, ho scelto io l’eredità che mi volevo portare dietro per affrontare la vita, le difficoltà, gli altri, le relazioni, il lavoro.

Ora loro non ci sono più, ormai da anni, e io provo una profonda gratitudine per alcuni insegnamenti e valori che ho deciso di fare miei e la scelta è stata in fondo piuttosto semplice, mi è bastato fidarmi dei ricordi, i ricordi migliori che avevo, i ricordi che ho raccontato…