La solita mela… ovvero l’elogio dell’insolito

La mela. Semplice, genuina… ma forse la nostra fretta ce la fa considerare scontata, il frutto più banale… niente a che vedere con il fascino esotico dei frutti tropicali, che nei colori, nei sapori e negli odori riescono ad evocare terre lontanissime, paradisi incontaminati…


Eppure… se ci fermassimo per qualche piccolo secondo ad osservarla scopriremmo che poi non è così. Poco fa stavo appunto decidendo di mangiarne una… per soddisfare il mio povero stomaco che cominciava a protestare; una bella mela, in questi casi, è proprio quello che ci vuole…
Mentre decido di darle il primo morso, all’improvviso vengo distratto dalle sfumature dei suoi colori, da un tenero rosso che sembra stia crescendo, dissolvendosi dal verde acerbo che aveva accompagnato i suoi primi passi… Ma scrutando bene, quel tenero rosso sembra sia stato bloccato, fermato all’”adolescenza”…non ha potuto esprimersi fino alla fine…
E allora in questo momento la osservo intenerito, come se quella mela avesse un’anima, una sua vita, una sua storia… E mi chiedo dove sia nata, quale albero generoso l’abbia messa al mondo, quale vento l’abbia accarezzata, quali mani l’abbiano colta, quale camion l’abbia trasportata, e per quali strade, prima di capitare tra le mie mani, che l’hanno scelta e separata definitivamente dalle sue sorelle, dalle sue compagne di viaggio… prima che giungesse al mio morso… Cerchiamo di non limitarci mai alle apparenze, riempiamo i nostri cuori di curiosità e andiamo fino in fondo… Non solo vedere, ma guardare attentamente negli occhi di chi ci vive accanto, di chi cammina insieme a noi, di chi ci appare diverso, di chi stupidamente non riteniamo alla nostra altezza.
“Desiderata” è un documento del 1692 trovato a Baltimora, nell’antica chiesa di San Paolo; vi è scritto “ascolta gli altri… pur se noiosi e incolti hanno anch’essi una loro storia”.
Cerchiamo di non dare mai nulla per scontato, rendiamo felice la nostra immaginazione, sprigioniamo la nostra fantasia, senza farci intrappolare, ma senza averne paura… Forse quella palla gonfia di rumori, ansie e inquietudini, che gira tra miliardi di miliardi di stelle, ci sembrerà un po’ meno distante, un po’ meno antipatica… un mondo più a forma di noi.