La visione dell’altro mondo: il Carnevale

Il mio T9 appena scrivo “masc” mi suggerisce “mascherina”, tanto per sottolineare quanto questo momento storico sia pieno del sistema di protezione individuale che copre bocca e naso, ma per un lungo periodo la “mascherina” era usata per coprire gli occhi e parte del volto, come sistema di protezione individuale sì, ma non dalle malattie, ma dalle rappresaglie dei gendarmi.

Certo non parlo di rapinatori o di assassini che cercano di non essere riconosciuti dai poliziotti, ma di quelli che sbeffeggiavano i potenti e, al pari di rapinatori e assassini, potevano essere perseguiti dalla giustizia.
Il Carnevale ha avuto questo ruolo sociale per molti anni, per secoli. Tanto da poter avere proprio un momento preciso dell’anno dedicato.
Sembra che il nome derivi da “Cernem Levare“, cioè “eliminare la carne” che è quello che si faceva durante la cena dell’ultimo giorno del periodo quando si approssimava il Mercoledì delle Ceneri ed iniziava la Quaresima della Pasqua. Ma le origini sono ancora più lontane e senza andare a pensare ai babilonesi o agli antichi greci, pensiamo agli antichi romani che avevano il Calendario che terminava proprio alla fine di febbraio (il giorno in più, quel 29 Febbraio, infatti prima era un giorno aggiuntivo messo proprio alla fine dell’anno) e in quei giorni potevano festeggiare con il sovvertimento dell’ordine normale delle cose, delle convenzioni sociali. Un pò a ricreare il caos primordiale da quale il nuovo anno può nascere.
Il Servo diventa padrone e il Padrone serve i propri schiavi.

Il caos vissuto forse anche come segno apotropaico in una società così strutturata come quella romana e completato da una rigenerazione che può essere il processo, con una condanna e con un funerale.

Una distruzione prima della ricostruzione.

Mi sembra effettivamente di buon auspicio, soprattutto per questo 2022 che è iniziato “in salita”.